Leggendo la frase di Fabiola Gianotti, direttrice del CERN di Ginevra, mi sono ricordata di tutte le ore che ho trascorso sdraiata per terra a guardare il cielo.
Ma forse guardare il cielo non basta per appassionarsi alla fisica o all’astronomia, e sarebbe stato più utile se da bambina mi avessero regalato un bel libro sulle costellazioni.
Deve aver pensato qualcosa del genere anche Filomena, una libraia della provincia di Benevento, che ha deciso di regalare un caffè a chiunque acquisti un libro scientifico per una bambina.
Un’iniziativa bellissima, mi sono detta, che come tante iniziative bellissime finora non ha funzionato, infatti Filomena non ha potuto offrire neppure un caffè.
Il motivo?
I libri sull’astronomia, sulla geografia, sugli oceani o sull’archeologia non sarebbero adatti a una bimba.
Meglio un libro di favole, con principesse belle e addormentate, che aspettano quiete che il principe arrivi a salvarle.
Nella libreria di Filomena sembra siano proprio le nonne, le mamme e le zie a non scegliere i libri scientifici per le loro bambine, preferendo quelli più “adatti” a una femminuccia.
Eppure le donne hanno cervelli perspicaci quanto quelli degli uomini, hanno neuroni operosi e volenterosi al pari dei neuroni maschili, hanno una spiccata tendenza all’analisi e alla riflessione. E generalmente hanno una maggiore propensione allo studio.
Negare a una bambina la possibilità di scegliere, ed eventualmente scartare, conoscenze che potrebbero indirizzarla verso professioni ancora considerate “inusuali” per il genere femminile è decisamente obsoleto, oltre che assurdo.
È come decidere di nutrire il loro organismo solo con torte perché il colore della glassa si addice di più alle signorine.
Lo fareste mai?
Certo, da grande ognuna potrà scegliere di cosa cibarsi e cosa leggere, ma potrebbe essere tardi. Perché la curiosità e la facilità con cui si impara da bambini, quell’ingordigia di conoscenza, si perdono crescendo.
(Sara C.)
