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Questa affermazione, che di per sé pare chiara e lampante, in realtà contiene un sottotesto piuttosto curioso.
Questo: se una donna intelligente ha per nemici milioni di uomini stupidi, dovrebbe avere per amici milioni di uomini intelligenti.
Ci si dovrebbe riconoscere tra simili e sostenere l’un l’altra.
In teoria forse.
In pratica no. E non perché gli uomini detestino le donne intelligenti, ma perché uomini e donne tendono a ostacolarsi, quando non sono perdutamente innamorati, con buona pace delle capacità intellettive di ciascuno.
Pensiamo troppo o troppo poco, rimuginiamo su questioni assai differenti, per schemi maschili o femminili.
Il mio compagno, per esempio, mi accusa di parlare poco. Ed è vero. Ma solo perché sono certa che se parlassi, dopo cinque minuti non mi ascolterebbe più.
Ma ciò che trovo pericoloso in questa frase sulle donne intelligenti (che però appartiene a una scrittrice di fine Ottocento, quando le donne erano ritenute meno capaci degli uomini) è che, ancora oggi, venga considerata attuale.
E considerarla attuale equivale a darle valore, una sorta di “solidità scientifica”.
Significa voler continuare a credere che l’intelligenza in una donna sia un’anomalia, e non un dato di fatto, come avere due gambe, due braccia e una milza.
Un’anomalia che incute timore e astio negli uomini. Una deviazione intellettuale che ci allontana dall’essere carine e ben accette all’altro sesso.
Quasi che l’intelligenza femminile sia un’eccezione, anziché un aspetto del tutto naturale dell’essere umano.
Chi mai si sognerebbe di affermare che gli uomini odiano le donne che hanno capelli e occhi?
Esistono persone poco dotate intellettivamente e altre più dotate, a prescindere dal genere sessuale.
E ci sono frasi, concetti e slogan che sembrano a favore delle donne e invece non lo sono affatto.
Facciamo attenzione.
(Sara C.)

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