Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
A Reggio Emilia una minorenne è stata sottoposta per più di un anno ad atti sessuali di varia natura contro il suo volere.
Fin qui la notizia di cronaca sembra ripetere stancamente tanti orribili episodi in cui la donna si trova vittima, specie se ha un’età così giovane da offrirsi quasi del tutto disarmata a chi ha intenzione di abusare di lei.
A colpirmi però, anzi a ferirmi, sono i particolari che emergono da questa storia.
Ad avere approfittato di lei è stato un amico di famiglia, nei brevi momenti in cui la trovava sola nel corridoio o in altri angoli della casa in cui si recava appositamente per molestare la ragazza, facendo leva sulla vergogna che la giovane provava nel confessare l’accaduto ai genitori, visti i rapporti di stima e amicizia che li legavano al cinquantenne.
Per molte di noi questo racconto ha un sapore amaramente autobiografico. E se non in prima persona, a quante amiche o parenti è successo di incappare in un conoscente che si approfittava del grado di vicinanza con la famiglia?
Vigliacchi che pensano di poter molestare adolescenti, certi che non racconteranno a nessuno gli abusi subiti, per pudore o forse sentendosi colpevoli di aver scatenato quelle attenzioni sessuali in una “brava persona” tanto stimata in famiglia.
La sensibilità di una madre e di un padre possono fare molto in questi casi, quando si accorgono di alcuni cambiamenti improvvisi negli atteggiamenti dei propri figli verso qualcuno, per esempio una maggiore ritrosia o un’inspiegabile difficoltà a rivolgergli la parola.
Se i nostri ragazzi sono scontrosi con qualcuno che gira tranquillo per casa, non liquidiamo la faccenda con un rimprovero. Forse non sono lunatici o maleducati, forse subiscono molestie.
(Sonia F.)
