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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
“Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana.”
Peccato che Giorgia sembra scordarsi con una certa facilità della seconda voce dell’elenco, ovvero il suo lato femminile.
Ora che è stata eletta a capo del governo, vuole essere chiamata IL presidente. Nemmeno più le cantanti d’opera si fanno chiamare “il soprano”, ma preferiscono l’articolo “la” davanti.
Il presidente del Consiglio, proprio come il soprano, ha origini maschili. Fino a pochi decenni fa solo l’uomo comandava ed era impensabile che non fosse così.
Grazie alla laboriosa, faticosa e coraggiosa rivoluzione culturale compiuta dal femminismo ora anche le donne hanno accesso al potere, ma chissà perché molte si sentono ancora in obbligo di mostrare di possedere gli attributi, seppur metaforici.
A tante di noi, quando capita di dover prendere decisioni o gestire un gruppo di persone, viene spontaneo ricalcare gli stilemi maschili, costruiti e ripetuti in millenni di dominazione patriarcale.
Forse non è questo il nostro compito. Se una donna per comandare deve fingersi o imitare maldestramente un uomo che cosa cambia? A cosa sono servite tante battaglie?
Ci siamo dimenticate le ragioni per cui ritenevamo indispensabile che anche noi potessimo scalare la vetta di consigli di amministrazione, amministrazioni pubbliche, presidenze del consiglio dei ministri?
Non dovevamo essere la voce che fa la differenza rispetto al passato?
Ci siamo ripetute per decenni che la nostra sensibilità, la nostra visione del mondo, senz’altro diversa da quella maschile, e la nostra forza avrebbero saputo cambiare la società in meglio.
Ma non sarà possibile finché continueremo a scimmiottare gli uomini e certe chiusure mentali su argomenti come immigrazione, sovranismo, divisione settaria delle scelte sessuali.
Quando la sento parlare in televisione, mi viene da parafrasare Nanni Moretti: “Dai, Giorgia, di’ qualcosa di femminile!”.
Ma soprattutto cerca di farlo.
(Sonia F.)

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