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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
“Donna, vita, libertà”: è questo lo slogan che da alcuni mesi risuona ovunque in Iran.
Continuano infatti le proteste pacifiche degli iraniani fuori e dentro la loro nazione contro il regime che li governa.
Fin dall’inizio, sono state le donne a distinguersi maggiormente per coraggio e prese di posizione, anche perché questa sollevazione popolare riguarda soprattutto loro, che sono quelle più colpite dalle leggi maschiliste introdotte con la rivoluzione islamica di Khomeini del 1979.
Come ricorderete, tutto è cominciato a settembre scorso con l’uccisione di Mahsa Amini, colpevole di aver indossato male il velo, morta a seguito di un interrogatorio della Polizia Morale.
Le proteste online e in piazza sono esplose ovunque, vertiginosamente, sino a rendere sempre più difficili gli atti di repressione da parte del regime iraniano.
Le donne hanno iniziato a manifestare senza velo, tagliando i loro capelli in piazza o filmandosi a casa e diffondendo in internet le immagini.
Ultimamente è stata la scacchista Sara Khadim al-Sharia ad appoggiare il movimento rifiutandosi di indossare l’hijab durante i Campionati Mondiali di Scacchi in Kazakistan.
Sara ha deciso di non fare ritorno in patria, a fine campionato, preferendo l’asilo politico offertole dalla Spagna. Anche perché si può ben supporre che, in caso contrario, le ritorsioni del regime di Teheran sarebbero state spietate.
Non tutte le donne iraniane hanno la fortuna di potersi rifugiare all’estero come ha fatto Sara, e molte forse neanche lo vorrebbero.
Quello che davvero preme a queste coraggiosissime donne è che la situazione cambi e la nazione in cui vivono diventi pienamente vivibile anche per loro, una volta per tutte, senza obbligarle a fuggire altrove o a vivere in patria nel terrore.
Secondo quanto riportato dalla stampa, in meno di tre mesi sono morti 488 manifestanti, tra cui 68 bambini, e 18mila persone sono state arrestate.
Per la libertà.
(Sonia F.)

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