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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
In quelle volte che mi è capitato di vederlo in televisione sembrava un uomo tanto gioviale, un volto rassicurante, sempre pronto allo scherzo.
Proprio vero che non ci si può fidare delle apparenze, se quello che sta emergendo negli ultimi tempi venisse confermato: il mostro può albergare anche dentro la persona più insospettabile.
Sto parlando di Enrico Varriale, il giornalista sportivo, ma soprattutto delle malcapitate che hanno avuto a che fare con lui. Se le accuse venissero confermate, c’è da rabbrividire.
Nella chat tra due sue vittime, in contatto tra loro, l’uomo appare come una belva feroce. La chat è stata pubblicata da “Repubblica” ed è poi rimbalzata su altri giornali.
Una delle due donne scrive dal Pronto Soccorso, dov’è finita, a detta sua, per colpa di Varriale: “Questo è pazzo, bisogna fermarlo prima che uccida qualcuna”.
Pare che lui avesse cercato di mettere le sue vittime una contro l’altra, facendole ingelosire, ma senza riuscirci. Sono entrambe ex di Varriale, che le ha perseguitate a lungo e una l’ha addirittura picchiata violentemente.
Un copione che si ripete nella vita di molte donne normali, lontane dai riflettori, perché purtroppo ognuna di noi è una potenziale preda per uomini violenti e pericolosi, indipendentemente dal ceto sociale o dalla fama di chi frequentiamo.
I legali di Varriale sostengono che non si sia trattato di un’aggressione ma di legittima difesa. Lo testimonierebbe una foto dell’uomo con un occhio pesto. La seconda vittima parla, invece, di simulazione.
Lo stesso Varriale ha dichiarato di non aver mai cercato di strangolare la donna, ma di averle “solo” fatto “un’abrasione al collo”. E rispetto alle accuse di stalking e alle telefonate in piena notte, si è difeso dicendo che la donna dormiva poco e perciò non pensava di disturbarla.
Non so come andrà a finire, ma colgo l’occasione per consigliare a tutte noi di stare sempre attente e denunciare subito quando incappiamo in mascolinità tossiche e dispotiche.
(Francesca C.)

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