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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Piaccia o no, Concita De Gregorio è una donna grintosa e un bell’esempio per tutte noi. Una che ce l’ha fatta.
Una direttrice di testate giornalistiche, una scrittrice, un’opinionista mai banale, una che poteva permettersi di fare qualunque cosa senza che quello che aveva da dire ne venisse minimamente screditato, visto che la forza delle sue ragioni si imponeva prepotentemente su tutto.
Non importa se siamo sempre d’accordo con le sue posizioni, ne va riconosciuto il merito a prescindere.
È una donna che ha saputo farsi strada in un mondo prettamente maschile, senza farsi mai mettere i piedi in testa. E ha sempre vissuto da protagonista, mai da comprimaria, come invece purtroppo capita a tante altre donne, anche se molto preparate professionalmente.
Ora Concita sta passando un momento difficile, che ci auguriamo ormai quasi superato. Ha avuto un tumore. Non l’ha mai nascosto, anzi.
È stata proprio lei a dichiararlo all’intervistatrice durante una puntata del programma “Belve”. Ha anche aggiunto, con serena sincerità, che si stava sottoponendo alla chemioterapia e che quella che portava in testa era una parrucca.
Poche settimane fa è riapparsa in televisione. Sfoggiava per l’occasione un taglio corto. “Questi sono i miei capelli veri” ha rivelato con orgoglio, aggiungendo con immutata sincerità: “È un sollievo!”.
E io ho gioito per lei. Poter mostrare i suoi capelli non è una dimostrazione di vanità, ma è il vessillo di una vittoria, una scelta profonda: il ritorno alla vita e a una piena femminilità.
Sui media ci si espone per tante baggianate: per vendere qualcosa, per incassare il gettone di presenza, per farsi vedere.
Ho apprezzato questa donna che ha deciso di mostrarsi in un periodo tanto buio della sua vita. È un modo per aprirsi senza paura agli spettatori e agli utenti online, pur esponendosi inevitabilmente a critiche e rimostranze dei soliti leoni da tastiera. Per dare forza a chi vive una condizione simile, ma non gode della stessa visibilità.
(Francesca C.)

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