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Come ogni domenica, vi presentiamo un post della nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pregiudizi e dai pericoli del web.
Si fa un gran parlare, da alcune settimane, di una professionista che è stata sospesa per 15 mesi dall’Ordine degli avvocati per aver postato alcune immagini troppo provocanti sul profilo social del suo studio legale, per ottenere visibilità e clienti.
In effetti, con questa sospensione, l’avvocata di popolarità ne ha guadagnata parecchia, al punto da aver partecipato anche a un famoso reality show.
Le motivazioni per la sospensione, in sintesi, riguardano l’aver utilizzato immagini al limite della pornografia per accaparrarsi clienti, screditando in tal modo la nobile professione.
L’avvocata si è difesa dicendo, tra l’altro, che è tutta invidia: se fosse stata “brutta, grassa e con la cellulite” questo polverone non si sarebbe sollevato.
Non potendo entrare nel merito delle argomentazioni legali, perché non ho competenze per farlo, mi limito a riflettere sulle parole dell’avvocata che, per difendere giustamente il suo diritto a mostrare il proprio corpo come e dove più le piace, tira in ballo le donne “brutte e grasse”.
In che senso?
Se fosse stata brutta e grassa l’Ordine degli avvocati non si sarebbe scandalizzato per le foto in slip?
E per quale motivo, esattamente?
Perché di una donna brutta e grassa non si accorge nessuno o perché una donna brutta e grassa non può creare scandalo con un corpo tanto sgraziato?
E mentre mi arrovello su questo dubbio, mi cade l’occhio su un filmato in cui l’avvocata – di ritorno da una serata mondana deludente in cui c’erano solo “poveri e escort” – dichiara che “i poveri fanno proprio schifo e dovrebbero tutti bruciare all’inferno”.
Al che ho tirato un bel sospiro di sollievo: oh, meno male, allora non ce l’ha solo con le donne brutte e grasse, odia anche i poveri. E mi sono rincuorata.
Va beh, articoli e articoli su di lei e solo qualche trafiletto dedicato a una ragazza che ha inventato un’app geniale che consente alle donne di darsi appuntamento di notte per tornare a casa insieme a piedi, tutelandosi a vicenda.
Ve ne parlerò la prossima settimana…
(Francesca C.)

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