194

Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Una donna in evidente difficoltà non è stata soccorsa dal compagno, che anzi ha nascosto le sue condizioni, rifiutando di chiamare l’ambulanza e provando a ricorrere a metodi piuttosto empirici trovati su Internet che, dopo tre giorni, l’hanno portata alla morte.
È un caso limite, che presenta però modalità molto simili ad altre storie di abusi subiti dalle donne all’interno delle mura domestiche.
Qui si parla di un rapporto tossico, anche letteralmente: la vittima e il suo compagno, entrambi quarantenni romani, vivevano una vita di dipendenze. La morte della donna, infatti, è avvenuta in seguito all’assunzione di alcol e droga a un festino tra amici.
La cosa più grave però è che quando la donna ha manifestato i primi segni di malessere, l’uomo l’ha rinchiusa in casa, appendendola a testa ingiù e facendole consumare altre sostanze stupefacenti nella speranza di farla riprendere, invano. Per questa vicenda, avvenuta l’anno scorso, ora l’uomo risponderà di omicidio volontario.
Dalle parole dei parenti risulta uno scenario che, al di là dell’uso di droghe, ha molto in comune con altre storie di donne recluse e maltrattate: il compagno la obbligava a rimanere in casa per quasi tutto il tempo, la picchiava e le aveva fatto interrompere ogni contatto con i famigliari, tant’è che lei li chiamava sempre di nascosto e solo per le festività.
Quante di noi cadono tra le grinfie di questi aguzzini che si fingono innamorati? Che ci rovinano la vita dicendo di volere solo il nostro bene?
A nessuna sembra possibile finire in questa trappola, eppure, statistiche alla mano, capita ancora a troppe, troppe donne.
Questi manipolatori approfittano di ogni minima fragilità per imporsi nelle nostre esistenze ed è poi difficile riuscire a liberarsi di loro.
Ed è proprio isolandoci che riescono a renderci docili e impotenti. Per questo è importantissimo confidarci sempre con amici o familiari, per ottenere un sostegno ai primi segnali di abuso.
(Stefania S.)

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed