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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Avrete letto anche voi la brutta vicenda di Ubaldo Manuali, il netturbino romano che drogava e violentava le sue vittime a casa loro.
Sinora cinque donne hanno sporto denuncia, ma il numero purtroppo potrebbe salire.
Mi ha colpito soprattutto l’intervista rilasciata da una di loro sulle pagine di “La Repubblica”. La donna racconta di averlo conosciuto sui social. È stata contattata da lui, e quando ha chiesto informazioni a un’amica comune, questa le ha assicurato che fosse un uomo perbene, perciò si è fidata.
Quando si sono incontrati di persona, sin da subito lei ha messo in chiaro di non voler andare oltre l’amicizia. Manuali sembrava d’accordo. Fino a quando una sera l’ha convinta a invitarlo a casa sua per una cena, offrendosi di preparare tutto lui.
L’intervistata racconta di aver bevuto un drink offertole dall’uomo e di aver perso i sensi. Ricorda solo di essersi svegliata nel letto accanto a Manuali, che aveva i pantaloni slacciati.
Subito dopo, appena ha riacquistato pienamente le facoltà fisiche e mentali, ha sporto denuncia. L’unica cosa da fare immediatamente in questi casi.
Si è addirittura scoperto che il violentatore riprendeva gli stupri e diffondeva i filmati in chat con gli amici. Eppure, nonostante che la condivisione non consensuale di filmati intimi sia un reato (anche quando non si tratti di stupro), nessuno dei suoi amici lo ha denunciato.
Aspettiamo che la giustizia italiana faccia il suo corso. Nel frattempo, appena Ubaldo Manuali è stato rinchiuso in prigione, ha subito una violenta aggressione dagli altri detenuti.
Immagino che per il duro codice carcerario uno che si comporta da vigliacco, drogando una donna e stuprandola, è considerato un infame.
(Francesca C.)

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