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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Mi ha molto colpito la testimonianza che la deejay radiofonica Paola Di Benedetto ha reso qualche giorno fa per radio e sui social, parlando di un problema che molte donne vivono quotidianamente, e che forse, data anche la sua frequenza, non riceve abbastanza risalto.
Si tratta della paura che tutte noi abbiamo nel percorrere da sole strade buie e deserte la sera, con la continua angoscia che dall’oscurità possa saltar fuori qualche malintenzionato.
Di Benedetto giustamente dice che non c’è bisogno che ciò avvenga a notte fonda. Già dopo le nove di sera la paura sale.
Le danno ragione i numerosi messaggi ricevuti da ascoltatrici e follower che confessano di scortarsi a vicenda con le amiche o di digitare il 112 sul telefonino, pronto all’uso, qualora capiti di fare qualche brutto incontro.
Com’è possibile che dobbiamo ancora avere paura? Ci sono “gruppi di omuncoli che fanno cat calling” da ogni parte, come dice la conduttrice. E non di rado qualcuno di loro può anche essere fisicamente aggressivo.
Stanno nascendo sempre più app che tentano di far sentire le donne meno sole mentre camminano per la città, connettendole ad altre donne nei paraggi o a un centralino che, nel caso, dà l’allerta alle forze di polizia.
Ma questo non basta.
È profondamente ingiusto che una donna non possa passeggiare liberamente senza che su di lei incomba il timore di essere molestata da qualche sconosciuto.
Quando riusciremo a educare i bambini perché crescano come veri uomini, rispettosi dell’altro sesso, e non come un branco di maschi, disposti in molti casi ad approfittarsi vigliaccamente di una passante che se ne va tranquilla per i fatti suoi?
(Francesca C.)

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