Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Lo scorso ottobre il presidente Macron ha promesso di inserire il diritto all’aborto nella Costituzione francese entro il 2024.
Nel tweet in cui ha annunciato l’avvio dei lavori ha dichiarato che “i diritti delle donne sono sempre una conquista fragile” e perciò intende far sì che “niente possa compromettere o cancellare questo diritto”.
Secondo un sondaggio, ben l’83% dei francesi è d’accordo con questa proposta. Se tutto andrà come deve, la Francia sarà il primo paese al mondo a includere il diritto all’aborto nella sua Costituzione.
Un traguardo incredibile.
E in Italia, come ce la caviamo? Maluccio.
Il maggiore ostacolo sono gli obiettori di coscienza, pari a circa il 70% dei ginecologi. Due ginecologi su tre, infatti, non effettuano interruzioni di gravidanza; un’enormità.
Questo costringe le donne a spostarsi in altre province per riuscire a usufruire di un loro diritto, e a volte addirittura a recarsi all’estero.
Ciò significa che l’aborto diventa anche una questione di classe sociale, perché le cliniche private sono costose.
Non ci resta che disperarci? Forse no.
Ci sono molte iniziative locali che vogliono rendere la Legge 194 più aggiornata e forte. Come la campagna “Libera di Abortire”, che sta raccogliendo 50mila firme per inviare una proposta di legge in Parlamento.
Noi abbiamo firmato e facciamo il tifo per loro. Perché le donne abbiano finalmente piena libertà di scelta e piena autodeterminazione.
(Francesca C.)