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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Jeanne Bourgeois, in arte Mistinguett, aveva ragione. E lo sapeva bene.
Fu attrice, cantante e grande star del music-hall francese del primo Novecento e assicurò le sue gambe per l’enorme cifra di 500mila franchi.
Seppe difendere il suo valore e farlo fruttare economicamente, al pari dei suoi colleghi maschi.
Una cosa che tutt’oggi per molte donne sembra ancora un miraggio, anche in uno dei paesi più evoluti e progressisti del mondo: l’Islanda.
Proprio alla fine dello scorso ottobre, infatti, le donne islandesi hanno scioperato contro la differenza di salario rispetto ai loro colleghi uomini.
Lo sciopero, a cui ha aderito anche la Premier, includeva ovviamente le casalinghe, infatti una delle principali rivendicazioni è stata: “Anche gli uomini devono fare la loro parte nella gestione della casa e dei figli”.
Leggendo questa notizia ho sentito un tremore scendere dal cuore fino alle ginocchia, perché da 14 anni l’Islanda è al PRIMO posto come paese con la migliore uguaglianza di genere al mondo.
Sapete dove si posiziona l’Italia?
Al 79esimo posto.
Prima di noi ci sono Nicaragua, Namibia, Ruanda e Moldavia.
A livello europeo, peggio di noi soltanto: Bosnia ed Erzegovina, Romania, Grecia, Ungheria, Repubblica Ceca e Cipro.
In Italia le donne guadagnano in media il 15,5% in meno dei loro colleghi uomini (differenza che cresce al 24,4% tra persone con più di 50 anni).
Per semplificare: è come se le donne lavorassero gratis per DUE MESI all’anno.
Quanto tempo dovremo aspettare per avere retribuzioni eque?
Cara Mistinguett, capisci, vero, perché mi tremano le ginocchia?
(Sonia F.)

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