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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Come mai, tra i tantissimi femminicidi avvenuti nel 2023, proprio quello di Giulia Cecchettin ha avuto un effetto così esplosivo nel dibattito pubblico?
Un ruolo chiave l’ha avuto Elena, la sorella della vittima, che ha parlato con lucidità e consapevolezza trasformando il proprio dolore in fatto politico.
Oltre a chiamare le cose con il loro nome (patriarcato), Elena ha anche lanciato una sfida: “Non voltatevi dall’altra parte” e la piazza ha risposto. Le manifestazioni del 25 novembre hanno visto centinaia di migliaia di persone riunirsi in cortei per dire “Basta”.
Come ha scritto Silvia Bombino su Vanity Fair, “Ognuna di noi ha fatto il check dei vari livelli di patriarcato che le girano intorno”.
E il governo come ha risposto?
In modo imbarazzante.
La cultura che la Premier e la sua maggioranza incarnano è parte del problema (ricordiamoci che Lega e FdI si sono astenuti sulla Convenzione di Istanbul del 2012):
– Il ministro della Giustizia pensa che un opuscolo comprensibile risolva le cose; quello dell’Istruzione che la soluzione siano 90 ore all’anno di educazione alle relazioni.
– Alessandro Amadori ‒ chiamato dal governo a coordinare il progetto di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole ‒ ha scritto un libro intitolato “Il diavolo è anche donna”.
– Salvini in passato ha paragonato la Presidente della Camera Boldrini a una bambola gonfiabile.
– Simonetta Matone, della Lega, ha detto che se i figli crescono disturbati è colpa delle madri che non reagiscono alle botte dei padri.
– Sempre la Lega ha accusato Elena Cecchettin di satanismo solo per una felpa indossata in un’intervista.
Ancora per molto, le donne dovranno tutelarsi da sole.
C’è una frase che ho sentito spesso: “Le donne sono le peggiori nemiche delle donne”, ma non è vero, è un modo di pensare che cercano di inculcarci in testa per renderci deboli e disunite.
Non ci credete, se ci schieriamo tutte insieme nessuno potrà più dirci di stare zitte.
(Stefania S.)

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