Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “ @DonnenonfacciamoloinRete ”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Un amico psicologo mi ha raccontato alcune frasi che le madri si sentono dire ai colloqui con gli insegnanti: “Suo figlio ha 4 in francese. Visto che lei è laureata in lingue, perché non lo aiuta?”.
Oppure: “Suo figlio è intelligente ma non si impegna, lei non ce l’ha il tempo per seguirlo?”.
Parole opposte rispetto a quelle che dicono ai padri: “Stia tranquillo, anche mio figlio aveva tutti 4, poi crescendo si è sistemato”.
Una mia amica che fa l’insegnante ha ribattuto: “Non è vero, noi diciamo le stesse cose. Sono i padri che rispondono: ‘Dico sempre a mia moglie che deve farlo studiare di più. Io lavoro tutto il giorno e mica posso fare anche i compiti dopo cena’”.
Purtroppo Save the Children conferma che questa è la realtà. Definisce le madri “equilibriste”, perché la società le carica di tutto il lavoro non retribuito di cura della casa e dei familiari.
Anche secondo l’economista Azzurra Rinaldi, “le attività di cura non retribuite in Italia sono in larghissima parte a carico delle donne. Non solo delle madri, ma di tutte le donne della famiglia: mamme, nonne e zie”.
Questi stereotipi di genere di cui la società italiana è intrisa non fanno che rimarcare che le donne dovrebbero dedicare più tempo alla famiglia e meno al lavoro, e questo porta molte di loro a dare le dimissioni o a chiedere il part-time dopo la nascita del primo figlio.
A discapito, ovviamente, delle loro carriere e peggiorando il già grave divario salariale tra uomini e donne.
La Commissione Europea di recente ha dichiarato: “Le donne hanno difficoltà a entrare e rimanere nel mercato del lavoro, soprattutto se hanno figli piccoli.”
Se questa tendenza non cambierà, le madri continueranno a mostrare i segni di un affaticamento sempre maggiore, sia fisico che psicologico. Il che, naturalmente, andrà anche a discapito della famiglia.
Quando riusciremo a pretendere che le questioni di casa riguardino in egual misura gli adulti che ci vivono?
(Sara D.)