128

La nota azienda di giocattoli americana Mattel ha appena prodotto una Barbie portatrice della sindrome di Down.
Prima del lancio sul mercato, si è lungamente consultata e ha collaborato con la National Down Syndrome Society, con cui ha concordato l’aspetto della bambola che al collo indossa una collana rosa a tre punte, simbolo del cromosoma 21, causa della sindrome.
Questa versione rientra in una politica aziendale all’insegna dell’inclusività inaugurata ormai da parecchi anni: sono finiti i tempi in cui la Barbie rappresentava la perfezione per antonomasia, fino a rasentare il ridicolo, sempre uguale a se stessa, bionda, ariano-caucasica, slanciata, magra, sana.
Il mondo è cambiato e la Mattel ha tentato di stargli dietro.
Sono stati prodotti Barbie e Ken di tutte le etnie esistenti, Barbie basse, curvy, in sedia a rotelle, dotate di protesi e tanti altri modelli.
Molti genitori di bambine Down si dicono entusiasti della novità perché finalmente le loro figlie potranno maneggiare bambole in cui si possono rispecchiare.
Ma forse l’iniziativa avrà veramente successo se ci giocheranno anche bambine senza sindrome, che cominceranno così a capire che tra loro e le coetanee colpite da Trisomia 21 possono non esserci differenze.
Non sono mancati i detrattori, che vedono in questa iniziativa poco più di una furba operazione commerciale.
Che un colosso commerciale come la Mattel persegua il fatturato sempre e comunque è innegabile, ciò non vuol dire che il nuovo giocattolo non possa avere una ricaduta positiva sulle giovani acquirenti.
Voi che ne pensate? Può servire davvero o è solo bieco marketing?

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed