Poco meno di un mese fa in provincia di Avellino un ragazzo di 13 anni si è tolto la vita, impiccandosi con una cintura alle scale interne della sua abitazione. Nel pomeriggio aveva detto ai genitori che sarebbe salito in camera sua per riposare un po’ e sembrava sereno.
Alle 21.30 il terribile ritrovamento.
Non si conoscono ancora le cause di un gesto così tragico. Il ragazzo si è tolto la vita pochi giorni prima dell’inizio degli esami di terza media, ma era un brillante studente e si preparava a quest’ultima prova senza particolari problemi.
Gli inquirenti, perciò, stanno cercando una probabile motivazione nella cronologia del suo computer. Si sa infatti che di recente aveva navigato a lungo in Rete. Si teme che possa aver seguito una challenge lanciata da qualche amico o da qualche “influencer”, il cui esito purtroppo è risultato fatale.
Quello delle sfide online è un tema di urgente attualità. Ci ricordiamo tutti del bambino di 5 anni morto in un incidente a Casal Palocco, travolto da cinque youtuber su un suv che tentavano di battere il record di 50 ore consecutive al volante.
Il primo agosto sarà la “Giornata mondiale della gioventù” e domani è la “Giornata mondiale delle capacità dei giovani”: se si sente il bisogno di dedicare così tante date alla prima fase della vita umana, è perché si ritiene giusto dare ai nostri ragazzi il maggior supporto psicologico possibile?
Bisogna far capire che, anche quando passano un brutto periodo, presto, grazie alle infinite risorse che ognuno di loro possiede, riusciranno a superarlo.
È anche importante, però, far comprendere che non bisogna dare credito a qualunque sciacallo in internet che, pur di guadagnare visibilità e soldi, manderebbe al macello chiunque.
Mettere in guardia i nostri ragazzi dai pericoli del web è l’unica vera sfida che noi adulti – genitori, educatori, classe politica – dovremmo riuscire a vincere. Per non lasciarli in balia di trappole che, a quell’età, spesso risultano insuperabili.