“Ogni anima si ammaestra attraverso la carne” scriveva Marguerite Yourcenar.
E in effetti lo sappiamo anche dai film o dai racconti del nonno: fino a qualche decennio fa, gli amici o il padre accompagnavano un impaurito giovinetto da una prostituta, perché era arrivato il momento di fare conoscenza con l’altro sesso.
È la cosiddetta “nave scuola” della tabaccaia nel film “Amarcord”: per intere generazioni quella figura che introduceva un giovane ai piaceri del sesso.
La situazione attuale è diversa.
Anche grazie al proliferare delle app di dating che aprono scenari di relazioni potenzialmente infinite, la scelta di un partner viene fatta davanti al computer di casa, preferendo di solito una relazione destinata a durare quanto un battito d’ali.
Tanto ne seguirà un’altra che ci darà meno problemi e maggiore soddisfazione.
È in questo scenario che tra i giovanissimi è diventata di moda la “starter girl”: una ragazzina di scarso fascino, da cambiare spesso, con cui sperimentare il sesso in attesa dell’amore della propria vita.
Sostanzialmente una partner sessuale usa e getta.
È giusto sperimentare se stessi: si conosce, si sbaglia, si riprova, anche da un punto di vista sessuale.
Ma è parecchio scorretto farlo di proposito, a discapito di coetanee che si credono desiderate e invece vengono solo usate e scartate, senza tenere in alcun conto i loro sentimenti.
Negli ultimi anni abbiamo dovuto fare i conti con il lockdown, che ha amplificato le paure di un’età difficile come l’adolescenza, aumentando l’isolamento delle nuove generazioni e spesso relegando le loro relazioni a una dimensione meramente virtuale.
Ci mancava solo l’invenzione della starter girl, che ha gettato nel panico migliaia di giovanissime che ormai vedono in qualunque corteggiatore un tranello.
Cari genitori e fratelli maggiori, vogliamo spiegare ai nostri adolescenti che l’unico modo per entrare nella vita degli altri è con il massimo rispetto?
Perché imparare a fare sesso ferendo i sentimenti altrui danneggia sia la preda che il predatore.