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In Francia, in uno spot televisivo dell’agenzia Ademe, un uomo tiene in mano due polo in saldo e le valuta, perplesso. Chiama il commesso e domanda: “Quale prenderebbe?”.
“Onestamente? Né l’una né l’altra. Le sta meglio quella che ha addosso!” risponde l’uomo, che indossa un distintivo di “venditore”.
Il protagonista è un commerciante insolito, un promotore della sobrietà nei consumi, che invece di spingere il cliente a comprare cerca di dissuaderlo dal fare l’acquisto di una maglietta nuova, seppur scontatissima.
Stiamo parlando della recente campagna di comunicazione commissionata dal Ministero della Transizione Ecologica francese, che ha spalancato una querelle muscolare tra due schieramenti che hanno punti di vista e interessi opposti.
Da un lato i fautori della decrescita e della salvaguardia del pianeta, gli ecologisti, ai quali finalmente è stata data voce. Il Ministero, infatti, ha tra i suoi obiettivi quello di disincentivare i consumatori francesi dagli acquisti superflui, che provocano un inutile spreco di risorse per l’ambiente, oltre che per il portafoglio.
Dall’altra parte il Ministero dell’Economia, guidato da Bruno Le Maire, garante della crescita, con la preoccupazione che il commercio rischi di vanificare gli sforzi per incrementare le vendite, proprio nel periodo più propizio, tra Black Friday e Natale.
E che ha sommerso di critiche gli spot del “venditore saggio”, cercando di sospenderli.
Tutti siamo a conoscenza dei notevoli costi ambientali che il trasporto delle merci provoca per consegnare a casa i nostri oggetti del desiderio.
E i probabili danni all’interno delle famiglie, che un consumismo esasperato può portare a inutili e gravosi indebitamenti.
Così il ministro Christophe Béchu, responsabile di un più attento consumo delle risorse e orientato verso la sostenibilità ambientale, si è rifiutato di ritirare gli spot: “Che lo 0,2% del tempo di trasmissione pubblicitaria sia dedicato a chiedersi se tutti gli acquisti siano utili, francamente, date le sfide della transizione ecologica, non sembra irragionevole”.
Questo è quello che succede oggi in Francia.
E nel nostro Paese quanto tempo dovremo aspettare?
Voi da che parte state?

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