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Inizia un nuovo anno, e già si sa che non sarà uguale per tutti. Come non lo è la vita.
L’Intelligenza Artificiale insieme alla sempre maggiore incidenza del Metaverso (diretta evoluzione di Internet) prefigurano un domani dalle potenzialità ancora inesplorate che potranno modificare il nostro tempo a venire.
Ma è davvero questo il mondo che vogliamo per noi e per i nostri figli? È questo il salto in avanti che può migliorare la qualità della vita?
Sarebbe il caso di fare il punto su una corsa alla crescita che lascia indietro alcuni diritti umani fondamentali.
Il mondo è disseminato di barriere per i disabili, e l’inaccessibilità diventa esclusione dalla vita quotidiana ancora per molti.
Le persone con disabilità si pongono da anni le stesse domande, quando all’idea di soluzioni all’avanguardia vorrebbero unire il diritto di poter passeggiare per le vie della propria città senza continui ostacoli.
“Dai colori ai segnali a terra, da un QR code a un’app sullo smartphone, gli accorgimenti per garantire autonomia a chi vive con una disabilità sarebbero molto più semplici di quello che crediamo. Una questione culturale prima che tecnica che non può più essere ignorata”, spiega Emanuela Storani, psicologa e tecnico dell’orientamento e mobilità.
“Una scala non è in sé una barriera, lo diventa se non viene pensata per tutti. Da noi ogni rampa viene anticipata da un tappeto capace di segnalare ai non vedenti la presenza della scala. Un accorgimento che sconfigge l’idea di limite e rende lo spazio davvero di tutti”.
Dare aiuto alle persone diversamente abili non può e non deve essere compito del “buon samaritano” del momento, ma è un DOVERE dello Stato garantire una società equa dove i diritti sono diritti per tutti.
Solo dopo si potrà pensare ai benefici del Metaverso…

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