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Qualche settimana fa lo chef stellato Aurélien Largeau, 31 anni, è stato licenziato dalle cucine del prestigioso Hôtel du Palais, cinque stelle a Biarritz, in Francia.
Secondo alcune immagini circolate sui social e i racconti di vari testimoni, il cuoco avrebbe maltrattato il suo aiuto-cuoco con atti di nonnismo: lo avrebbe legato nudo a una sedia, mettendogli una mela in bocca e una carota tra le natiche, per ore, davanti all’intera brigata.
La procura di Bayonne ha aperto un’indagine preliminare con l’accusa di aggressione e violenza sessuale, mentre i video incriminati sono stati rimossi dai social media.
Alla fine dell’indagine pare che si sia trattato più di “una messinscena ludica” che di una violenza: goliardia invece di nonnismo.
Ma se credete che sia un fatto estremo e isolato vi sbagliate di grosso.
Cucinare in un ambiente altamente professionale è intrinsecamente “drammatico”, richiede abilità, velocità, precisione, grande ego e passione.
E la cultura militaresca e machista dell’alta cucina, in un contesto di lavoro faticoso e alienante, può creare un universo morale dove la violenza è la norma, e l’isolamento fisico sul lavoro può favorire comportamenti in cui le regole non valgono.
D’altra parte anche durante i famosi talent show culinari italiani sono comuni i momenti in cui la tensione cresce enormemente, mettendo lo sventurato concorrente in una situazione di grande difficoltà.
La dottoressa Rebecca Scott, autrice di uno studio nel settore, spiega: “Le persone pensano che ciò che vedono in TV sia esagerato, ma quel che accade realmente è spesso addirittura più grave e ha importanti implicazioni per la salute mentale e il benessere di queste giovani persone di talento che ambiscono ad una carriera nella ristorazione.”
In seguito alle violenze esercitate nelle cucine stellate, lo chef Gérard Cagna ha redatto un manifesto “per il rispetto dell’integrità fisica e psicologica dei giovani cuochi” dal titolo “Touche pas à mon commis”: non toccare il mio collaboratore.
Una cena di alta qualità è un’esperienza magnifica, ma bisogna essere certi che il rovescio della medaglia non siano abusi e vessazioni nei confronti dei lavoratori del ristorante.

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