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Cibo ancora buono che però deve essere buttato perché non è abbastanza “bello” per poter essere venduto.
Lo spreco alimentare è diventato un problema sociale: si butta via tanto e questo, oltre a essere un problema etico, implica anche maggiori costi sociali per lo smaltimento dei rifiuti.
Oltre la beffa, il danno.
Però negli ultimi anni sono sorte svariate iniziative da parte di associazioni, volontariato e istituzioni allo scopo di sottrarre cibo allo spreco per metterlo a disposizione di enti che si occupano di redistribuirlo.
Così è nata Recup: associazione presente in varie città, che raccoglie dai commercianti frutta e verdura destinata all’immondizia. Nei mercati cittadini riescono a salvare tra i 100 e i 300 chili di cibo al giorno, mentre dai grossisti recuperano anche 5 tonnellate, che poi consegnano a varie associazioni.
A Bari, i volontari di Avanzi Popolo 2.0, in pattini a rotelle o in bicicletta recuperano dai negozi che aderiscono all’iniziativa gli alimenti che l’indomani non potrebbero essere destinati al commercio e li consegnano agli sportelli Caritas dei quartieri.
I Foodbusters raccolgono gli avanzi da eventi, feste e presentazioni, ma anche da ristoranti, hotel e supermercati, che con questa iniziativa ottengono riconoscimento e visibilità con vetrofanie all’ingresso che attestano “lo spreco 0”.
Equoevento provvede a ritirare dal catering di vari eventi il cibo in eccesso e lo consegna a mense, case famiglia o altre organizzazioni di beneficenza.
Un modello elaborato dal Politecnico di Milano recupera direttamente dai punti vendita aderenti alla rete le eccedenze alimentari, che vengono portate dai volontari negli Hub di raccolta e smistamento per distribuirle alle strutture caritative partner del territorio.
Ogni giorno.
Da Nord a Sud sono decine di migliaia i pasti di cibo fresco recuperati in un’ottica di lotta allo spreco, non di carità. Per tutte le associazioni infatti l’obiettivo è mettere in funzione un circolo virtuoso ed ecosostenibile.
Il cibo è anche cultura e relazioni sociali, legame con il territorio. E attraverso la solidarietà si creano opportunità di reintegro, si fa rete, rispettando l’ambiente.
Bravi!

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