Quest’anno il Centre Georges Pompidou di Parigi ha raccolto più di quattrocento opere di Constantin Brancusi, uno dei più grandi artisti del Novecento, in una retrospettiva imponente mai realizzata prima.
Scultore nato in Romania ma parigino d’adozione, fu grande amico di Amedeo Modigliani, Duchamp e Satie in quella corrente di artisti attivi nei primi del ’900 che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse, riuscendo a creare una completa simbiosi tra vita e arte.
Brancusi è celebre per la ricerca della purezza assoluta nelle sue opere astratte, stilizzate e ridotte alla forma minima, semplici come l’uovo, il cubo, la sfera con l’utilizzo di materiali come pietra, legno, marmo e bronzo.
Anche la giornalista Concita De Gregorio ha scritto un bell’articolo sulla mostra di Brancusi: “L’inizio del mondo, scultura realizzata in marmo e in bronzo intorno al 1920, altro non è che un uovo, liscio e perfetto, poggiato su un disco di specchio. L’uovo si riflette nello specchio e chi guarda si riflette in entrambi. A causa della superficie curva della scultura l’immagine riflessa è leggermente deformata e riprodotta in una sorta di grandangolo. Erano molti anni che non facevo un’esperienza così intensa, conturbante e straniante, tanto da far dimenticare per molte ore il tempo e la vita fuori”.
E aggiunge: “Quel giorno c’erano centinaia di bambini. In gruppo con un insegnante, per mano ai genitori. Avevano tutti una piccola brochure: ‘Questa è un’esposizione monografica. Monografica vuol dire che è dedicata a un solo artista. L’artista è Brancusi, nato in Romania nel 1876. La Romania è un Paese d’Europa’. E alla pagina dedicata all’opera Princess X, c’era scritto: ‘Rappresenta un ritratto di donna. È di bronzo, liscio e brillante. Ti puoi riflettere. Cosa vedi riflesso?”
In effetti, “Tu cosa vedi? Tu cosa ne pensi?” sono domande importanti che dovrebbero far parte di ogni insegnamento perché non basta imparare nozioni, bisogna anche saper pensare.
Ed è così che vorremmo la scuola e la famiglia: luoghi accoglienti e stimolanti in cui imparare a pensare, a riflettere, a elaborare un modo di vedere il mondo, accompagnati da mani accoglienti e capaci.