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“Io ti sento, tu mi senti? Mi sentite? Non ti sento bene, puoi parlare più forte? Puoi attivare lo schermo?”
Da oltre un anno “l’erogazione del servizio scolastico” si struttura su queste note. Da più di un anno questa la chiamano scuola.
I più anziani dicono: e allora la guerra? Cosa imparavamo mentre cadevano le bombe, mentre sparivano i nostri compagni, mentre correvamo nei rifugi per sfuggire alla morte?
Perché il punto è: cosa dovremmo davvero imparare?
Bisogna pensarci, soprattutto in questi giorni di restrizioni, quando tornano istintive metafore belliche: “sembra di stare in guerra”. E invece è necessario parlare con onestà della vita, e riscoprire quell’arte antica di imparare dai ricordi, dalle esperienze passate, spiegando ai nostri ragazzi la “normalità” di tempi che, per noi, sono inimmaginabili. E che forse potrebbero aiutarli ad affrontare questa nuova realtà che incombe sulla loro giovinezza.
Possiamo farlo in modo semplice e immediato con un romanzo a fumetti, “Orrido famigliare”, di Giorgio Franzaroli, l’esito felice di una memoria parentale, ancora oggi vivissima. Perché la guerra è stata l’altro ieri, e le difficoltà di oggi si possono affrontare diversamente.
E infatti Giorgio Franzaroli torna alle sere d’estate della sua infanzia, passate ad ascoltare i racconti della nonna Lucia, una donna come tante che vive con semplicità e dignità ogni situazione, anche la più terribile, anche la più complicata, che si tratti delle miniere fasciste in Croazia, o di difendere i vicini sloveni o di proteggere e salvare la vita a tanti partigiani dell’Appenino modenese, o addirittura di recuperare da sola, con mezzi di fortuna, i mobili lasciati in Croazia, in piena guerra.
Una epopea che fa breccia nel cuore e suggerisce uno sguardo nuovo sulle difficoltà di oggi: perché Lucia e Riccardo non hanno il tempo per lamentarsi né per arrendersi, non si commiserano, affrontano con lealtà la vita, anche quando hanno paura delle bombe e della follia della guerra, perché in alcuni momenti non ci rimane altra scelta che vivere, contando su noi stessi e su quelle risorse che neppure sospettiamo di avere.
Un libro straordinario per questi giorni difficili.

 

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