Finalmente è tornato quel periodo luminoso dell’anno che ci rende languidi e desiderosi di un po’ di avventura o di un sano riposo: le spiagge si riempiono, gli alberghi e i ristoranti straripano e le città si svuotano.
Agosto segna il picco dell’ondata di vacanzieri che cercano il loro meritato riposo annuale e anelano a una pausa dal lavoro, dall’afa, dalle preoccupazioni di ogni giorno: peccato che a volte questa desideratissima sospensione si estenda anche a quei comportamenti di civiltà e rispetto per cui non dovrebbe esistere il tasto pausa.
Invece, di leggerezza in leggerezza, le spiagge e i sentieri di montagna cambiano faccia per i turisti poco attenti, e luoghi normalmente meravigliosi diventano invivibili per i rifiuti abbandonati, la musica sparata a tutto volume, l’euforia dovuta a quell’eccesso di libertà che durante il resto dell’anno non ci viene concessa.
Non tutti, non sempre, ma in vacanza si tende a essere meno educati, meno attenti alle esigenze altrui, e si pretende che camerieri, ristoratori, albergatori, negozianti soddisfino ogni nostra richiesta con solerzia e dedizione, semplicemente perché siamo stremati dalla fatica del lavoro, dal caos della città e la nostra tolleranza è pari a zero.
Il dibattito sul cosiddetto “turismo etico” sarebbe più impellente che mai, ma con questo caldo ci si stanca persino a parlarne: è più facile essere scortesi e all’etica ci pensiamo l’anno prossimo.
Peccato, però, perché a essere gentili, rispettosi ed educati ci si diverte di più e meglio, e il riposo è garantito.