Maeva Frossard era conosciuta sul web come MavaChou. Una star di YouTube, con ben 157mila iscritti al suo canale.
Ricette, risate, momenti di serena quotidianità: i video che postava raccontavano la normalità di una mamma trentenne, originaria della Svizzera ma residente in Francia, simpatica e sorridente.
Lo scorso dicembre, però, Maeva ha deciso di togliersi la vita.
La Rete, il luogo che le aveva dato successo e ricchezza, si è rivelata una belva famelica capace di sbranarla.
I problemi, secondo i media, sarebbero cominciati dopo la separazione dal marito, con giudizi e illazioni sul web che definivano la donna e il suo nuovo compagno come autentici mostri.
Malignità, accuse gravissime e non solo: erano state addirittura pubblicate le foto della strada in cui la coppia abitava con i figli.
Forse Maeva non è stata in grado di arginare l’odio nei suoi confronti e della sua famiglia, forse non è riuscita a comprenderlo e si è tolta la vita.
Le autorità francesi hanno aperto un’indagine per istigazione al suicidio attraverso le molestie virtuali, e per questo linciaggio da tastiera verrà valutato anche il ruolo dell’ex marito.
Oggi l’errore che molte persone compiono è quello di considerare il web come la propria personale “camera di decompressione”, dove sfogare rabbia, livore e dar voce alla parte più oscura di sé.
Insulti, minacce, creazione e condivisione di fake news solo per il gusto di arrecare danno a qualcuno: c’è chi realmente non è capace di porre un freno al proprio astio, come se sul web fosse tutto lecito.
Ma il web è la rappresentazione digitale del mondo reale, dove difficilmente qualcuno camminando per strada augurerebbe la morte a uno sconosciuto. E, se lo facesse, ne dovrebbe rispondere penalmente.
Perché le parole sono armi che, potenzialmente, possono portare alla disperazione più assoluta.
E invece in Rete è normale amplificare smodatamente le proprie emozioni, passando da una dedizione spesso immotivata nei confronti di uno sconosciuto, fino a trasformarlo in un potente e ricco influencer, a un odio altrettanto sproporzionato e irragionevole finalizzato a distruggerlo.
Con la stessa surreale, rapidissima efficacia.