Michele fa il rider per guadagnarsi da vivere.
Una sera, dopo una consegna a Verona, si accorge che due giovani stanno litigando con una ragazzina.
Michele non ci sta, non riesce a fingere di non vedere e interviene in difesa della giovane.
Quel gesto, però, gli costa caro: uno dei due aggressori lo sfregia con una coltellata al volto. I danni sono gravissimi, il fendente gli stacca parte del naso e risale lungo la guancia fino quasi a raggiungere l’orecchio.
Ci vorranno cinquanta punti di sutura e diverse operazioni chirurgiche per attenuare sul viso di Michele le profonde cicatrici. Ed è grazie al titolare della pizzeria per cui il rider fa le consegne se si è riusciti a organizzare una raccolta fondi che ha raggiunto in breve tempo centomila euro, con donazioni destinate agli interventi e alla riabilitazione del ragazzo.
Il gesto di Michele è stato coraggioso e generoso. Il gesto di un uomo che ha scelto di difendere una persona sconosciuta in difficoltà.
Tuttavia, in questa storia c’è un risvolto tutt’altro che positivo.
“Ci sono altre ferite con le quali dovrò continuare a fare i conti: non è facile vivere con la consapevolezza che dietro ogni situazione, ogni persona, può nascondersi un pericolo” ha spiegato Michele. E, naturalmente, ha ragione.
Uno degli aspetti più tristi di questa vicenda, infatti, è sapere che un ragazzino di 16 anni ritenga normale portare un coltello in tasca e adoperarlo per un banale litigio.
Quello che bisognerebbe capire è come sia possibile che, anche in un’età così giovane, si possa scegliere in una frazione di secondo di deturpare il viso di una persona senza alcuna esitazione.
L’aggressore da qualche mese ha lasciato il carcere minorile, con un provvedimento di “messa alla prova”.
Ci auguriamo, per lui, che questa vicenda gli sia servita almeno a rendersi conto di quanto la violenza di un momento possa essere imperdonabile e irreparabile.