“Si vede che non vai in palestra”: le hanno detto così, o anche: “Qui non abbiamo vestiti per la tua taglia”, e questo, piuttosto che scoraggiarla, ha scatenato una ricerca di tutto rispetto. Il progetto si chiama “Venere”, e la giovane e splendida artista Giulia Lazzaron lo ha condotto insieme a una giovane curatrice, Alisia Viola.
Partita dalla Libreria Bocca di Milano, e pensata come itinerante, “Venere” è la prima mostra d’arte contemporanea in Italia dedicata al “body positive”, cioè al desiderio di riconciliarsi con il proprio corpo e contrastare il “body shaming”, quella forma di denigrazione della persona che passa attraverso il disprezzo – pubblico, e magari amplificato a dismisura dai social media – delle sue caratteristiche fisiche.
Un’arma subdola e potente, figlia di una cultura che decide per tutti e detta legge su come dovremmo essere. Giulia propone invece un viaggio onirico e con le sue incisioni su pellicole, fotografie, fondi scuri, evoca una presenza femminile diversa, paesaggi interiori di sensazioni calme e profonde tenute insieme da una dea amica. Auguriamo a Giulia e Alisia di fare la strada che meritano e seminare, Covid permettendo, infiniti sguardi.
Perché per il corpo passa tutta la vita, eppure si finisce spesso per ridimensionarlo, considerandolo dopotutto soltanto l’involucro, la “confezione” dell’anima. E se invece ci decidessimo ad amare con lealtà e dedizione il nostro corpo, come facciamo con quello di un figlio, di un amante, senza sentirci in dovere di giudicarlo?
Negli stati di felicità, il corpo sembra farsi più leggero e cambiare consistenza. Quando, invece, il corpo “fa male” non possiamo più ignorare le sue ragioni e siamo finalmente “un tutt’uno”, senza ambiguità.
In “A volte mi calmo” Anita Docile racconta con brevi ma intensi passaggi quei momenti di chiarezza che nell’esperienza dell’abbandono affiorano alla coscienza in forma di parole, come un discorso del corpo. Accompagnate dalle tavole di Catherina Romanelli, delicate e potenti, queste pagine si fissano nella coscienza di chi legge con l’energia di una buona medicina. Una omeopatia emozionale che permette ottimi risultati e guarisce lividi e ferite.
Partita dalla Libreria Bocca di Milano, e pensata come itinerante, “Venere” è la prima mostra d’arte contemporanea in Italia dedicata al “body positive”, cioè al desiderio di riconciliarsi con il proprio corpo e contrastare il “body shaming”, quella forma di denigrazione della persona che passa attraverso il disprezzo – pubblico, e magari amplificato a dismisura dai social media – delle sue caratteristiche fisiche.
Un’arma subdola e potente, figlia di una cultura che decide per tutti e detta legge su come dovremmo essere. Giulia propone invece un viaggio onirico e con le sue incisioni su pellicole, fotografie, fondi scuri, evoca una presenza femminile diversa, paesaggi interiori di sensazioni calme e profonde tenute insieme da una dea amica. Auguriamo a Giulia e Alisia di fare la strada che meritano e seminare, Covid permettendo, infiniti sguardi.
Perché per il corpo passa tutta la vita, eppure si finisce spesso per ridimensionarlo, considerandolo dopotutto soltanto l’involucro, la “confezione” dell’anima. E se invece ci decidessimo ad amare con lealtà e dedizione il nostro corpo, come facciamo con quello di un figlio, di un amante, senza sentirci in dovere di giudicarlo?
Negli stati di felicità, il corpo sembra farsi più leggero e cambiare consistenza. Quando, invece, il corpo “fa male” non possiamo più ignorare le sue ragioni e siamo finalmente “un tutt’uno”, senza ambiguità.
In “A volte mi calmo” Anita Docile racconta con brevi ma intensi passaggi quei momenti di chiarezza che nell’esperienza dell’abbandono affiorano alla coscienza in forma di parole, come un discorso del corpo. Accompagnate dalle tavole di Catherina Romanelli, delicate e potenti, queste pagine si fissano nella coscienza di chi legge con l’energia di una buona medicina. Una omeopatia emozionale che permette ottimi risultati e guarisce lividi e ferite.