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“Sono ragazzi normali, come scriveranno in seguito i giornali. Frequentano il liceo, sono figli di piccoli commercianti, di impiegati, di gente qualunque. Danno libero sfogo alle loro fantasie. Fanno a gara a chi la fa più grossa.”
A cosa serve una casa editrice? Fra giganti che occupano tutti i canali della cultura, e realtà minori e vitali che faticano a respirare, Pop Edizioni tenta coraggiosamente la via del racconto di un presente forse non rassicurante, ma necessario; a misura di persona, senza velleità elitarie, diretto a tutti e tutte.
È con questo spirito che abbiamo pubblicato il libro di P.G. Daniel “I confini del male”, ritratti di persone che affrontano, subiscono o esercitano una violenza gratuita, non funzionale, che sembra arrivare da lontano, da universi anaffettivi e asettici, una violenza che inizia quasi sempre col non sentire più il rispetto per l’altro.
Ed è proprio la parola “rispetto” il fulcro della Fondazione Carolina, attiva dal 2018, che nei giorni scorsi ha pubblicato i dati di una ricerca sugli effetti del confinamento che gli adolescenti vivono con la didattica a distanza, di come abbia incrementato fenomeni di aggressività nei confronti di coetanei e docenti, e la diffusione non consensuale di immagini lesive del rispetto e della dignità.
Come ne “I confini del male”, anche nella realtà l’isolamento produce creature crudeli che giocano nello spazio-limite fra scherzo e umiliazione, tra sopraffazione fisica e guasconeria.
“Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno,” scriveva Carolina Picchio, che nel 2013 si è tolta la vita, a 14 anni, uccisa “da 2600 like”.
Durante una festa, Carolina aveva bevuto troppo ed era svenuta in bagno, diventando bersaglio di video erotici e una bambola con cui giocare. Consapevole di essere stata vittima di un’ingiustizia, prima di suicidarsi ha denunciato, e il suo messaggio ha consentito al Tribunale dei Minorenni di Torino di celebrare il primo processo per cyberbullismo in Italia.
Per questo triste primato a lei è dedicata la prima legge europea contro un fenomeno che coinvolge migliaia di ragazzi.

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